Salvatore Soviero (Venezia, 2003-2004): 5 mesi

Un vero raptus di follia per il portiere dei Lagunari: il campionato era quello di serie B, il Venezia fu sconfitto a Messina e a quel punto l'estremo difensore perse la testa. Si scagliò contro la panchina avversaria menando calci e pugni a chiunque gli arrivasse a tiro, con una furia incontenibile. Una scena che l'ha reso celebre, anche se nel male.
Ivano Blason (Triestina, 1946-1947): 6 mesi

Aggredì l'arbitro durante un match contro il Grande Torino: il direttore di gara Piselli annullò la rete del 2-0 della Triestina e pochi minuti dopo i Granata agguantarono il pareggio. I presenti raccontano che Blason, una delle colonne di quella Triestina, saltò addosso all'arbitro, ma lui ha sempre smentito parlando di semplice spintone. Difficile sapere come andarono esattamente le cose: all'epoca la tv non esisteva.
Ariedo Gimona (Palermo, 1949-1950): 11 mesi

Un fallo durissimo che sconvolse addetti ai lavori e pubblico del calcio dell'epoca. Il Palermo affronta la Roma, è il 26 febbraio 1950: con un'entrata omicida sul giallorosso Bruno Pesaola, Gimona gli frattura perone e tibia. In un primo momento venne addirittura radiato, poi la squalifica fu ridotta a quasi un anno di stop.
Ruben Maldonado (Venezia 2003-2004): 1 anno

La partita è Messina-Venezia, la stessa che vide protagonista Soviero. L'arbitro Palanca concede un rigore discutibile al Messina e Maldonado non capisce più nulla: si lancia verso l'arbitro e gli rifila diversi calcioni. Maxi-squalifica inevitabile - da record per fatti avvenuti sul rettangolo di gioco - e arrivederci alla stagione successiva.
Massimiliano Ferrigno (Como, 2000-2001): 3 anni

I fatti riguardano la partita tra Como e Modena, serie C1. Ferrigno viene espulso e aggredisce negli spogliatoi Francesco Bortolotti, che al Brescello era stato suo compagno di squadra, colpendolo alla testa con un pugno. Bortolotti finisce in coma. Ai tre anni di squalifica sportiva, si aggiungono pure dieci mesi di reclusione (sospesi con la condizionale).